Piede diabetico: lâapproccio corretto
Nella cura del piede diabetico è fondamentale prevenire, ma è altrettanto importante un approccio terapeutico corretto. Il Centro Interdipartimentale del Piede Diabetico dell’Istituto Clinico Città Studi di Milano, attivo dal 2009, è tra i centri di riferimento a livello nazionale e internazionale per questa patologia. «Se non si cura per tempo, questa complicanza ha conseguenze pesanti sulla vita del paziente», spiega il prof. Carlo Caravaggi, direttore del Centro. «Ancora troppo spesso molti pazienti diabetici arrivano al nostro centro dopo una degenza in altri reparti, dove hanno ricevuto cure non idonee: spesso la lesione viene medicata con tecniche avanzate ma inadeguate, poiché in certi casi è necessario un trattamento chirurgico per controllare la lesione e l’infezione». Due cause sono alla base delle ulcere: la neuropatia, perché il piede è insensibile, e la vascolopatia, perché il piede non riceve adeguato apporto di sangue dal sistema circolatorio. In questo caso, anche un minimo trauma (come il taglio non corretto delle unghie) può portare a gangrene dall’esito devastante. La rivascolarizzazione ha il compito di riportare il sangue attraverso le arterie che si sono chiuse, mediante angioplastica (in anestesia locale, prende da30 a90 minuti). «Nel 70% dei trattamenti chirurgici del piede diabetico si amputa. Nel moderno approccio biomeccanico il tecnico ortopedico ha un ruolo fondamentale. Se il lavoro in sala operatoria è stato svolto correttamente, un’adeguata tutorizzazione permetterà al paziente di usare l’arto per camminare. Servirà una calzatura su misura con un plantare riempitivo, con i necessari forti laterali e mediali di controllo della caviglia e con una suola rigida biomeccanica che riduca al minimo la fase centrale del passo, in cui maggiore è il carico su avampiede e mesopiede. Senza la consulenza del tecnico ortopedico, il trattamento terapeutico svolto a monte rischia di essere vanificato; la scelta dell’ortesi più adatta andrà condivisa con il team multidisciplinare. L’ortesizzazione è quanto mai preziosa anche nelle amputazioni prossimali, amputazioni sempre più preferite per evitare l’amputazione maggiore poiché permettono di conservare l’appoggio bipodalico. In questi casi, l’uso di un tutore leggero con suola in carbonio a rilascio di energia permette di camminare correttamente».